Il 23 Marzo 2022, l’Italia celebrava il
IDD Italian Design Day world wide, rassegna tematica annuale lanciata nel 2017, dal
Ministero per gli Affari Esteri e per la Cooperazione Internazionale.
Qui ad
Abu Dhabi, si è svolta nella sede del teatro del
MAS,
Manarat Al Saadiyat, nato nel 2009 come centro esposizione, oggi spazio dedicato ad un’attiva comunità, che contribuisce in vari modi allo sviluppo delle arti sceniche ad Abu Dhabi.
Il tema trattato è stato un tributo a Vico Magistretti, VICO MAGISTRETTI A Legacy of Art, Sustainability& Re-Generation.
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Un viaggio nel design italiano, epurato da tecnicismi, che hanno ceduto il passo a narrazioni umane ed empatiche di un genio indiscusso del design mondiale, tutto ciò attraverso l’intervento coinvolgente della responsabile dell’archivio della
Fondazione Vico Magistretti,
Margherita Pellino, nonché, nipote del grande architetto e designer milanese, che ha contribuito a creare e divulgare a livello internazionale il
Design Italiano tra il 1960 e il 1990, rendendosi protagonista di pezzi iconici.
L’evento si è aperto con l’intervento di Simona Finessi, PLATFORM Network Milano, CEO
e fondatrice.
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L’intervento di cui sopra, si è incentrato sui fattori sempre più attuali e ricercati:
– La Globalizzazione
– La Sostenibilità
– Quale modello di sviluppo adottare per fare progressi in un Pianeta con risorse
limitate.
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La
Globalizzazione, ad oggi, reduci da una
Pandemia mondiale, ha un’unica soluzione interpretativa, generare un futuro responsabile, che si ricollega nettamente al concetto di sostenibilità, in termini di reale transizione ecologica, attraverso introduzione di nuovi materiali, e il riuso di materiali, che possono così avere nuova vita. Citando
Arch. Mario Cucinella, “raggiungere nuovi obiettivi, che richiedono un cambio di paradigmi, relativi alla progettazione e alla costruzione, raggiungibili solo mettendo in atto una vera e propria ri(e)voluzione”, evoluzione che dovrà investire anche un nuovo
concept di casa, di abitazione che si adatti alle nostre esigenze di vita, la pandemia, ci ha reso coscienti di quanto le nostre case poco si adattino alle nostre necessità.
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L’intervento a seguire, è stato quello di Margherita Pellino, il suo modo di raccontare Vico Magistretti è stato ispirativo per tutta la platea in sala, attraverso una narrazione delle indiscusse opere di design, che ad oggi non temono gli effetti della obsolescenza, in quanto sempre magistralmente attuali, sapientemente arricchita da aneddoti personali di Vico nonno.
Ludovico Magistretti nasce a Milano il 6 ottobre 1920, da una famiglia di architetti da molte generazioni, si laurea in Architettura presso il Politecnico. Inizia subito l’attività professionale, insieme all’architetto Paolo Chessa, nello studio del padre, Pier Giulio.
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Nello studio paterno, lavorerà per tutta la vita, con la preziosa collaborazione del geometra Franco Montella.
Nel 1956 è tra i soci fondatori dell’
ADI Design Museum, e nello stesso anno fa parte per la prima volta della giuria del
Premio Compasso d’Oro.
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Magistretti è uno dei padri dell’ Italian Design, fenomeno che nasce grazie al binomio collaborativo di architetti e di produttori d’eccezione, e nel suo caso specifico, produttori del calibro di Artemide , Cassina eOluce, realizzando per loro oggetti che rimarranno dei “classici” intramontabili, e peraltro di attuale produzione.
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In produzione con Cassina, tra le tante realizzazioni spicca, il divano Maralunga (1973, premio Compasso d’oro nel 1979).
Per Artemidedisegna anche una serie di lampade, tra cui la famosissima Eclisse, il progetto per eccellenza, nonché uno dei prodotti più rilevanti del XX secolo. (1967, premio Compasso d’oro nello stesso anno), Vico fu ispirato a creare la lampada “Eclisse” mentre era in metropolitana, nel 1965, lo schizzo della lampada, venne fatto proprio sul retro del biglietto della metropolitana. Stava leggendo “Les Misérables” di Victor Hugo ed era appena arrivato al punto in cui cita “ una vecchia lanterna nera di rame, degna di Diogene trasformato in Cartouche”.
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Per molti anni Magistretti è anche art director e principale designer di Oluce, tra i suoi capolavori, Atollo, archetipo, della lampada da tavolo, formata da due elementi, lo stesso Magistretti, con semplicità, la descriveva come l’unione di un cilindro conico e di una semisfera, ma dietro a quel cilindro conico, dalla base più larga per sostenere l’equilibrio con la cupola che lo sormonta, c’era un magistrale studio (1977, premio Compasso d’oro 1979).
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Alla fine degli anni ’80 si afferma anche il sodalizio con un editore d’eccezione: Maddalena De Padova, premiata con il Compasso d’Oro alla carriera in occasione della XX edizione del premio. Dopo la cessione, del marchio ICF, Maddalena dà vita a una linea di mobili e oggetti
a marchioDe Padova, per la quale collaborano grandi designer come Achille Castiglioni e Vico Magistretti.
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Per Flou realizza il letto Nathalie(1978), primo letto interamente imbottito. Dalla collaborazione con Kartell dà vita ad una sedia industriale con un’unica scocca in plastica Maui, “ la sedia con il più bel lato B della storia” diceva Magistretti.
Premio Compasso d’Oro alla carriera nel 1994.
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Margherita definisce Vico, come uomo pragmatico, a cui non piacevano delle decorazioni oltremodo imposte, fautore della rivoluzione della semplicità, “la semplicità è la cosa più complicata del mondo”.
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La sua intera carriera si è basata su innumerevoli disegni delle sue creazioni, alle volte le idee venivano racchiuse in semplici schizzi e poi rielaborati dai tecnici delle case di produzione sopra menzionate, era lui che si recava nelle loro sedi.
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Le sue opere di design possono essere ammirate presso la collezione permanente del
musei dislocati per il mondo.
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In seguito alla sua scomparsa nel settembre del 2006, lo studio, sede della Fondazione Vico Magistretti, viene convertito in un museo dedicato allo studio e alla divulgazione del suo lavoro.
L’anticamera dello studio, un cubo bianco, che come una tela vergine accoglie eventi e mostre.
Fa parte del
Circuito Lombardo Musei Design , un interessante progetto nel 2012/2013, è stato IlMio Magistretti, un progetto nato per raccontare le tante storie degli oggetti di Vico Magistretti, dal momento in cui diventano parte della casa e della vita, di persone diverse.
L’
archivio Studio Magistretti conserva indicativamente 30.000 schizzi e disegni tecnici, 7.000 fotogrammi, 3.000 documenti e la collezione di modelli e prototipi dal 1946 al 2006.
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Nel 2007 la Sovrintendenza Archivistica della Lombardia ha riconosciuto il valore di bene culturale dell’archivio della fondazione e lo ha sottoposto al vincolo di tutela.
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Da gennaio 2020 è online il sito Archivio Vico Magistretti. Il portale, realizzato grazie al contributo di Fondazione Cariplo, accoglie schizzi, disegni, planimetrie, relazioni di progetto, brevetti, fotografie, articoli di riviste, cataloghi, poca corrispondenza; e ancora oltre 400
schede storico-critiche dedicate ad altrettanti progetti di architettura e design, realizzati e non.
Materiali fruibili per esperti del settore, ma anche per scuole ed estimatori in genere.
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La fondazione è sostenuta da cinque grandi aziende di settore, che nel corso degli anni sono state protagoniste insieme a Vico di importanti lanci di prodotti: Artemide, Cassina, De Padova, Flou e Oluce.
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Vengono tutt’ora riproposti lanci di produzioni di oggetti vari del genio indiscusso di Magistretti, da parte di aziende in giro per il mondo, i lanci di prodotto rappresentano un continuum temporale con le creazioni di Vico, a condizione che non ci sia, un totale stravolgimento delle opere, quanto un opportuno adeguamento, dovuto all’avvento di nuovi criteri che riscrivono il design attuale, piuttosto che eventuali adattamenti di materiali rispetto a dove può essere ubicata, l’azienda che si propone per il rilancio del prodotto.
Sono anche intervenuti Goffredo Puccetti, NYUAD, i vincitori del contest Abu Dhabi Art 2021, ed il designer locale Khalid Alshafar, intervistato dalla Prof.ssa Francesca Bacci della Zayed University.
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