La recente legislazione europea riguardante le proprietà immobiliari richiede modifiche per quanto riguarda le abitazioni residenziali e gli edifici di nuova costruzione, nonché l’introduzione di obblighi e requisiti in materia di efficienza energetica, esenzioni e sanzioni. Di seguito esamineremo quali sono questi cambiamenti.

Entro sette anni, tutte le case dovranno avere emissioni zero e saranno necessari requisiti di efficienza energetica più rigidi. Secondo la direttiva approvata ieri dal Parlamento Europeo, entro il 1 gennaio 2030, tutte le proprietà residenziali dovranno essere classificate come appartenenti alla classe energetica E, mentre tre anni dopo, sarà obbligatorio passare alla classe D. L’obiettivo della direttiva è la ristrutturazione dell’intero parco immobiliare europeo al fine di ridurre le emissioni di edifici pubblici e privati. Tuttavia, la battaglia politica per attuare questi cambiamenti è ancora in corso e i negoziati tra le istituzioni comunitarie devono ancora iniziare. La Commissione Europea ha presentato una proposta di riforma della direttiva sull’efficienza energetica degli edifici il 15 dicembre 2021. Anche se il testo approvato ieri in commissione industria rappresenta un passo avanti, è ancora lontano dall’essere definitivo. Nel dettaglio, le Case Green sono proprietà che hanno emissioni zero. Gli interventi per raggiungere questo obiettivo possono avere un costo elevato. Le classi D ed E sono le più colpite dal provvedimento e dovranno adeguarsi a requisiti di efficienza energetica più elevati.
 

Edifici nuovi e immobili residenziali 

La Energy Performance Building Directive (Epbd) prevede una distinzione tra immobili residenziali vecchi e nuovi. Entro il 1 gennaio 2030, tutti gli edifici residenziali, indipendentemente dal fatto che siano vecchi o nuovi, dovranno rientrare nella classe energetica E e, entro il 2033, dovranno passare alla classe D, riducendo i consumi energetici del 25%. Per raggiungere questi obiettivi, potrebbero essere necessari interventi come l’installazione di un cappotto termico, la sostituzione degli infissi, l’adozione di nuove caldaie a condensazione e l’installazione di pannelli solari. L’obiettivo finale è di raggiungere emissioni zero entro il 2050. Per gli edifici residenziali nuovi, sarà obbligatorio avere emissioni zero a partire dal 2028, mentre per quelli di proprietà o gestiti pubblicamente, la scadenza è fissata al 2026. Di seguito, uno schema che riepiloga gli obblighi delle Case Green.

  • edifici residenziali: entro il 2030 tutti in classe energetica E; entro il 2033 tutti in classe energetica D;
  • edifici della pubblica amministrazione: entro il 2027 in classe energetica E; entro il 2030 tutti in classe energetica D;
  • nuovi edifici pubblici: dal 2026 dovranno essere tutti a zero emissioni;
  • nuovi edifici privati: dal 2028 zero emissioni;
  • pannelli solari saranno obbligatori in tutti gli edifici pubblici e non residenziali a partire dal recepimento della direttiva;
  • bonus edilizi saranno vietati dal 2024 per le caldaie individuali con combustibili fossili; dopo il 2035 arriverà lo stop al riscaldamento degli edifici con combustibili fossili.

Ci sono alcune eccezioni alla normativa che prevede la classe energetica E per tutti gli edifici residenziali entro il 2030 e la classe D entro il 2033. Queste eccezioni includono gli edifici storici, i luoghi di culto, le case popolari, gli immobili autonomi inferiori ai 50 metri quadrati e le seconde case. Inoltre, non sono soggetti a queste norme i fabbricati temporanei con un tempo di utilizzo inferiore ai due anni, i siti industriali, le officine e gli edifici agricoli.

Quali sono gli obblighi e quali le classi energetiche

La direttiva prevede tre opzioni per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici: quando vengono venduti, quando sono oggetto di una ristrutturazione completa o quando viene sottoscritto un nuovo contratto di locazione. Non ci sarà più il divieto di vendita o affitto di edifici che non rispettano gli standard energetici. I Paesi dell’UE stabiliranno i piani nazionali di ristrutturazione necessari per raggiungere gli obiettivi prefissati. Al fine di tenere conto delle diverse situazioni iniziali tra i paesi membri, la categoria energetica G dovrà rappresentare il 15% degli edifici meno efficienti in ogni Stato membro, che dovranno essere oggetto di interventi prioritari. In tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali, l’installazione di pannelli solari sarà obbligatoria. A partire dal 2027, questa disposizione si applicherà anche agli edifici pubblici e residenziali esistenti, mentre dal 2032 tutti gli edifici sottoposti a ristrutturazione dovranno installare pannelli solari.

Esenzioni, sanzioni, caldaie a gas

La direttiva permette a ciascun paese di escludere fino al 22% degli immobili dal dover effettuare gli interventi richiesti per l’incremento di prestazioni energetiche. Non sono obbligati ad intervenire i monumenti, le case di vacanza, i palazzi storici ufficialmente protetti, le chiese e gli altri edifici di culto e le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati. Le sanzioni per la mancata conformità dovranno essere decise da ogni singolo governo e i prezzi degli immobili non a norma subiranno una perdita di valore di mercato. Per le caldaie, la direttiva stabilisce il divieto di agevolazioni per l’installazione di apparecchi alimentati a combustibili fossili entro il 2024. Inoltre, dopo il recepimento della direttiva, sarà vietato utilizzare sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, come le caldaie a gas. Tuttavia, i sistemi ibridi e le caldaie certificate per funzionare con combustibili rinnovabili non rientrano in queste limitazioni.

Quali sostegni finanziari sono possibili? 

Il Sole 24 Ore riporta che il sistema di finanziamento per i lavori di ristrutturazione energetica deve ancora essere definito e potrebbe includere la creazione di un fondo per la ristrutturazione energetica. Il finanziamento è uno degli aspetti che dovrà essere maggiormente precisato durante le prossime fasi di discussione del testo, secondo diverse parti. Secondo l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), in Italia ci sono 1,8 milioni di edifici meno efficienti del parco nazionale, che richiederanno interventi prioritari di ristrutturazione. Si stima che il costo medio degli interventi sia di circa 10.000 euro per famiglia. Il provvedimento è stato approvato con 343 voti a favore, 216 contrari e 78 astenuti. È stata una vittoria per il centrosinistra e i Verdi, mentre la destra, con la maggioranza italiana al governo, ha espresso forte dissenso, considerando la direttiva come un attacco al paese.

 

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