La redazione di Interiorissimi aumenta di numero e si arricchisce da questo mese dando il benvenuto a Piero Luigi Carcerano, architetto e designer italiano con una vasta esperienza professionale in ambito nazionale ed internazionale.

Dopo essersi laureato in Architettura presso il Politecnico di Torino, ha avviato la sua attività professionale in Italia. Negli anni successivi, ha lavorato sia in Italia che all’estero, in particolare in Cina , dove ha maturato importanti esperienze nell’ambito del design e della progettazione architettonica. Nel 1999 ha fondato il primo centro di realtà virtuale in Italia 

Quando hai deciso di diventare un architetto e un designer industriale, e cosa ti ha spinto in questa direzione?

L’architetto Piero Luigi CarceranoLa mia passione per l’architettura e il design industriale è nata fin da giovane, quando ho cominciato a sviluppare un interesse per le forme e le strutture degli edifici e degli oggetti che ci circondano. Ho sempre avuto una predisposizione alla creatività e alla capacità di mettere in relazione i problemi e risolverli, e questo mi ha spinto ad approfondire la mia conoscenza e ad acquisire le competenze necessarie per diventare un architetto e un designer industriale.

In particolare, ho scelto di seguire questi due percorsi professionali perché credo che l’architettura e il design industriale siano due ambiti fondamentali per migliorare la qualità della vita delle persone e per rispondere alle esigenze e alle sfide del mondo contemporaneo. La mia formazione in entrambi i campi mi ha permesso di integrare la creatività e l’innovazione con la tecnologia e la funzionalità, al fine di creare progetti che siano esteticamente belli, sostenibili e utili per le persone che li utilizzano.

Ritengo che la progettazione architettonica e industriale debba essere sempre basata sulla ricerca e sulla sperimentazione, al fine di trovare soluzioni innovative e sostenibili per i problemi che ci si presentano. Ho quindi investito molto tempo e risorse nella mia formazione e nella ricerca, partecipando a importanti convegni e seminari internazionali sulle tecnologie informatiche e sulla grafica digitale.

Qual è il tuo approccio alla progettazione architettonica e industriale? Come combini elementi di stile, tecnologia e funzionalità nei tuoi progetti? 

L’approccio alla progettazione architettonica e industriale dipende dalle specifiche esigenze del progetto, che possono variare ampiamente a seconda del contesto, dell’obiettivo del progetto, delle limitazioni tecniche e finanziarie e di altri fattori. In linea generale, gli architetti e i designer industriali cercano di combinare elementi di stile, tecnologia e funzionalità in modo armonioso e integrato, tenendo conto dei requisiti specifici del progetto.

Per quanto riguarda la progettazione architettonica, l’approccio può variare a seconda del tipo di edificio o spazio che si intende progettare. Gli architetti considerano aspetti come la funzionalità, l’efficienza spaziale, la sostenibilità, la sicurezza, l’accessibilità, la flessibilità e l’estetica, cercando di creare spazi che siano allo stesso tempo utili e belli. Gli architetti spesso cercano di creare un equilibrio tra l’aspetto estetico e le esigenze funzionali dell’edificio, lavorando per creare spazi in cui le persone si sentano a proprio agio e che siano in armonia con il contesto in cui si trovano.

Per quanto riguarda la progettazione industriale, gli elementi di stile, tecnologia e funzionalità sono combinati per creare prodotti che soddisfino i bisogni dei consumatori. I designer industriali considerano fattori come l’usabilità, l’estetica, la durabilità, la sicurezza, la producibilità e la sostenibilità, lavorando per creare prodotti che siano al tempo stesso attraenti e funzionali. Gli designer industriali spesso cercano di creare un’esperienza utente positiva, prendendo in considerazione come il prodotto verrà utilizzato e da chi.

Come hai sviluppato le tue competenze in computer aided design (CAD) e computer aided styling (CAS), e come li utilizzi nei tuoi progetti? 

Arch. Piero Luigi CarceranoNel lontano 1992 ho iniziato a studiare modelli tridimensionali, quando l’interfaccia grafica non esisteva ancora e la rappresentazione dei modelli matematici era limitata all’astrazione dell’alfa numerico. Ho iniziato la mia esperienza presso la direzione tecnica Lancia, casa automobilistica che ha fatto la storia dell’automobile e rappresentava, ancora oggi, l’eccellenza del gusto e della qualità.

Ho poi continuato a sviluppare le mie competenze presso il centro di ricerca e sviluppo della Fiat dove ho perfezionato metodologie di progetto assistete dall’elaboratore elettronico. Ho collaborato con aziende internazionali di software leader nel campo della computergrafica per il miglioramento e il perfezionamento degli strumenti informati al servizio del progetto di ingegneria dell’automobile. Inoltre, ho collaborato alla stesura di normative relative alla definizione del modello matematico di carrozzeria per la gestione di superfici complesse. Nl 1999 ho fondato il primo centro di realtà virtuale in Italia dove ho avuto l’opportunità di sviluppare progetti nel settore dell’automobile, dell’aeronautica, del ferroviario, della nautica e del design.

Questa formazione altamente specialistica ha contribuito ad arricchire il mio bagaglio di conoscenza sia come architetto sia come designer. Il mio approccio alla progettazione, sia architettonica che industriale, parte sempre dalle esigenze e dai requisiti di prestazione, per garantire che i progetti siano funzionali e soddisfino le necessità dei processi produttivi.

Nel mio lavoro, combino elementi di stile, tecnologia e funzionalità per creare progetti contemporanei e allo stesso tempo pratici e funzionali. Sono sempre alla ricerca di nuove soluzioni e tecnologie per migliorare il mio lavoro e offrire il massimo valore possibile.

Quali sono le fonti di ispirazione per i tuoi progetti, sia in architettura che in design industriale?

Le mie fonti di ispirazione per i progetti di architettura e design industriale sono molte e variegate, ma una costante che ho sempre tenuto presente è la sostenibilità ambientale. Ho sempre cercato di progettare edifici e oggetti che siano in armonia con l’ambiente circostante, che siano efficienti dal punto di vista energetico e che sfruttino al massimo le risorse disponibili.

Per quanto riguarda l’urbanistica, sono convinto che la trasformazione delle periferie in luoghi di vita complessa sia una sfida importante e necessaria per le città. Ciò significa creare zone plurifunzionali dove non ci sia solo la residenza o il commercio, ma anche attività di lavoro, creatività, cultura e servizi pubblici come scuole, università, biblioteche, ospedali e tribunali. Questi luoghi devono essere progettati in modo da favorire la condivisione e l’incontro tra le persone, creando così una vita sociale ricca e vitale.

Inoltre, molto importante è recuperare le aree verdi nei centri urbani, anche se si tratta solo di piccole frange di verde, per rafforzare l’idea che le città non sono solo cemento, ma anche natura. Infine, trovo ispirazione in molti altri ambiti, come l’arte, la musica, la letteratura e la tecnologia, che mi aiutano a sviluppare idee innovative e originali per i miei progetti.

Puoi raccontarci un progetto che hai completato che ti ha dato molta soddisfazione? Quali sono le sfide che hai dovuto affrontare per realizzarlo? 

Certamente. Non parlerò nello specifico di un mio progetto ma del progetto del Castello di Rivoli a cura dell’architetto Andrea Bruno, perché ho avuto la fortuna di essere suo allievo e collaboratore per molti anni della mia vita professionale. Perché voglio ricordare questo progetto straordinario? Perché rappresenta il mio primo incontro con il progetto e con il tema del restauro degli edifici antichi. Al fianco di un grande maestro come l’architetto Andrea Bruno ho imparato a gestire la complessità e a comprendere che il restauro non è soltanto mantenere l’integrità del manufatto, considerando solo i suoi elementi originali, ma affrontare il progetto con apertura verso la sperimentazione e l’innovazione. 

https://architettura.unige.it/did/l2/architettura/quarto0708/labrestauroa/galleria/rivoli.pdfIl Castello di Rivoli è stato un progetto di restauro e di ristrutturazione di un edificio storico dove il lavoro dell’arch. Andrea Bruno ha rappresentato una svolta importante nel campo del restauro, introducendo nuovi paradigmi e dimostrando che è possibile creare un ambiente contemporaneo all’interno di un edificio storico  senza comprometterne l’integrità architettonica e storica. 

La sfida principale è stata quella di preservare l’identità storica dell’edificio e allo stesso tempo renderlo fruibile e funzionale alle nuove esigenze.

Avere avuto l’opportunità di lavorare con l’architetto Andrea Bruno e il suo team di esperti nel progetto di restauro conservativo del Castello di Rivoli, contribuendo alla realizzazione di un risultato unico e di grande valore storico-artistico è stata un’esperienza unica e irripetibile. Lavorando a stretto contatto con l’architetto Bruno e il suo team, abbiamo prestato la massima attenzione ai dettagli, cercando di conservare con cura le parti originali del Castello di Rivoli, al contempo ampliandone le funzioni e rendendolo uno spazio vivace e polifunzionale, capace di soddisfare le esigenze della comunità e di valorizzare la sua storia e la sua bellezza.”

La mia esperienza in questo progetto è stata incredibilmente formativa per la mia preparazione professionale. Consideriamo, che al tempo ero un giovane neolaureato. Grazie a questa esperienza, ho imparato quanto sia importante comprendere la storia di un edificio e come essa possa rappresentare il punto di partenza per affrontare il restauro di un edificio storico. Ho capito come integrare nuove funzionalità senza compromettere l’identità dell’edificio e come collaborare in un ambiente di lavoro di squadra. Il lavoro con l’architetto Bruno è stato illuminante per la mia crescita professionale. La conoscenza delle tecniche operative del restauro degli edifici rappresenta un aspetto fondamentale per il successo di un progetto di restauro. È necessario avere una buona conoscenza delle tecniche tradizionali di costruzione e di lavorazione dei materiali, nonché delle nuove tecnologie e dei materiali innovativi.

La scelta delle tecniche e dei materiali è importante, ed è necessario considerare le caratteristiche dell’edificio, lo stato di conservazione, le esigenze funzionali e la compatibilità con l’ambiente circostante. Un’analisi preliminare dell’edificio, attraverso rilievi, sondaggi e indagini diagnostiche, è fondamentale per individuare le tecniche operative più idonee per il restauro. Ad esempio, nel caso di edifici antichi, l’utilizzo di tecniche tradizionali di costruzione e di restauro può preservare l’autenticità e l’integrità dell’edificio, mentre nel caso di edifici moderni, l’utilizzo di tecnologie avanzate e di materiali innovativi può essere la scelta più adeguata per garantire la durabilità e la sostenibilità dell’edificio.

La mia collaborazione con l’architetto Bruno e il suo team è stata un’esperienza unica e irripetibile. Ho avuto modo di apprendere dai migliori professionisti del settore, di affrontare sfide tecniche e creative di grande complessità, e di lavorare a un progetto di grande rilevanza culturale per la mia città e per il mio paese. Ma soprattutto, ho capito che il restauro conservativo non è solo una questione di tecniche e di competenze, ma anche di passione, di dedizione e di rispetto per la storia e per la bellezza.

Quali sono le tendenze attuali che vedi nel mondo dell’architettura e del design industriale, e come pensi che evolveranno nel futuro?

Attualmente, nel mondo dell’architettura e del design industriale, si nota una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale e alla progettazione eco-compatibile. Ciò significa che i progettisti stanno cercando sempre di più di utilizzare materiali e tecnologie a basso impatto ambientale, di ridurre gli sprechi di energia e di risorse, e di progettare edifici e oggetti che siano in grado di adattarsi al contesto e alle esigenze locali.

Un’altra tendenza che si sta affermando è l’interesse per la tecnologia e per le nuove forme di interazione tra l’uomo e la macchina. In particolare, il design dell’interazione sta diventando sempre più importante, e molti progettisti stanno cercando di creare oggetti e ambienti in grado di interagire in modo naturale e intuitivo con l’utente.

Piero Carcerano

Inoltre, si sta osservando una maggiore attenzione alla creazione di spazi flessibili e multifunzionali, in grado di adattarsi a diverse attività e usi. Ciò è particolarmente importante in un’epoca in cui il lavoro, la vita familiare e le attività sociali sono sempre più interconnesse e dinamiche.

Per quanto riguarda il futuro, penso che queste tendenze continueranno ad evolversi, e che ci saranno sempre maggiori sforzi per creare ambienti e oggetti che siano sostenibili, interattivi e flessibili. Inoltre, ci sarà probabilmente una maggiore integrazione tra architettura e tecnologia, con l’uso di materiali intelligenti, l’implementazione di sistemi di domotica avanzati e l’utilizzo di intelligenza artificiale per migliorare la gestione degli spazi e dei servizi.

Quali sono i tuoi piani futuri per il tuo lavoro come architetto e designer? Ci sono progetti o settori specifici su cui vorresti concentrarti di più? 

Sono contento che mi chiedi dei miei piani futuri! Come intuibile, il mio lavoro come architetto e designer è in costante evoluzione e mi piace rimanere aperto a nuove sfide e opportunità. Tuttavia, come ho accennato, la sostenibilità ambientale rimane un tema centrale per me e spero di continuare a sviluppare progetti che contribuiscano a migliorare la vita delle persone e del pianeta.

Per quanto riguarda i settori specifici, la bioarchitettura mi affascina sempre di più e credo che ci sia un grande potenziale in questa direzione, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo di materiali naturali e la progettazione di edifici che siano in grado di interagire positivamente con l’ambiente circostante.

Nonostante il restauro rimanga la mia passione principale, negli anni ho sviluppato un forte interesse anche per le tecniche innovative e le metodologie di progettazione più avanzate, sia in campo architettonico che di design. La mia esperienza di lavoro internazionale mi ha infatti mostrato quanto sia importante mantenere sempre un approccio aperto e sperimentale, cercando di applicare nuove idee e soluzioni sia in contesti storici e consolidati sia in progetti proiettati verso il futuro. Proprio per questo, oggi sento il desiderio di approfondire ancora di più le mie competenze, continuando a fare ricerca e sperimentazione, e mettendo a disposizione dei miei futuri progetti le più innovative tecniche di restauro e design.

Come bilanci la tua passione per il lavoro creativo con le esigenze aziendali e di business? Quali sono le sfide che hai affrontato nel campo dell’architettura e del design? 

Nel mio ruolo di professionista del settore creativo, ho imparato quanto sia importante trovare un equilibrio tra la mia passione personale per i progetti e le esigenze concrete dei clienti e del mercato. Come grande appassionato degli studi cibernetici dell’architettura e del design, ho spesso affrontato sfide legate alla gestione dei costi, dei tempi e della qualità del progetto, nonché alla comunicazione efficace con i clienti e con i membri del team. Tuttavia, ho sempre considerato queste difficoltà come opportunità per migliorare le mie capacità di gestione e per affinare le mie competenze creative. Il risultato è stato sempre un equilibrio virtuoso tra la mia passione per l’innovazione e la soddisfazione delle esigenze del cliente, che ha portato a progetti di successo e altamente apprezzati.

Un ulteriore sfida è stata quella di mantenere un equilibrio tra la creatività e l’innovazione e la sostenibilità e la responsabilità sociale. È importante sviluppare soluzioni che rispondano alle esigenze del mercato e dei clienti, ma anche che siano sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale.

La mia esperienza nel settore creativo è stata per me una fonte di ispirazione e di crescita professionale, ma anche una ricchezza emotiva grazie alle relazioni personali che ho avuto con i grandi del design e dell’architettura. Ho sempre cercato di condividere le mie esperienze e di raccontare la mia storia per ispirare i giovani che vogliono intraprendere un percorso simile e aiutarli a scoprire le infinite possibilità che il mondo del design e dell’architettura può offrire. Spero che la mia passione e la mia dedizione possano essere utili a chi cerca di trovare la propria strada professionale e che possano ispirare nuove generazioni di professionisti creativi a realizzare i loro sogni.

Cosa consiglieresti ai giovani designer che vogliono intraprendere una carriera come architetti o designer industriali? di avere una preparazione adeguata ai tempi che cambiano

Consiglio ai giovani designer che vogliono intraprendere una carriera come architetti o designer industriali di cercare di avere una preparazione adeguata ai tempi che cambiano. Ciò significa non solo acquisire una solida base di conoscenze teoriche, ma anche di sviluppare competenze pratiche e capacità di adattamento per affrontare le sfide che il mercato e la società pongono.

Inoltre, consiglio di cercare di acquisire esperienze di lavoro con professionisti già affermati, per apprendere da loro e avere accesso a progetti stimolanti. E’ importante anche seguire con costanza la propria passione, cercando di restare sempre aggiornati sulle tendenze del settore e di sviluppare un proprio stile personale e riconoscibile. Infine, raccomando di non avere paura di sperimentare e di fallire, poiché spesso i maggiori successi derivano dalle esperienze più impegnative.

Quali sono i tuoi interessi al di fuori del lavoro? Come ti rilassi e cosa ti piace fare nel tuo tempo libero?

Al di fuori del lavoro, ho diverse passioni e interessi che mi aiutano a rilassarmi e a stimolare la mia creatività. La mia passione per la musica mi porta a scrivere canzoni e a divertirmi come cantautore. Ho imparato a suonare il pianoforte ad un livello sufficiente per riuscire a comporre le mie canzoni e trovo che sia un modo fantastico per esprimere la mia creatività e le mie emozioni. Amo anche lo sport e in particolare il tennis, che cerco di praticare il più possibile durante la stagione estiva. Mi piace la sensazione di sfida che si prova durante una partita di tennis, ma anche l’opportunità di stare all’aria aperta e di fare esercizio fisico. Completo la mia routine di attività fisica con qualche sessione in palestra, anche se non con grande frequenza. Oltre a ciò, la mia famiglia rappresenta per me un valore fondamentale. Trascorro molto tempo con mia moglie e mio figlio, condividendo momenti di felicità e momenti difficili, che arricchiscono la mia vita emotiva e mi danno la forza per affrontare le sfide quotidiane.

Piero Luigi Carcerano

Piero Carcerano
Arch. Piero Luigi Carcerano

Piero Luigi Carcerano è un architetto e designer italiano con una vasta esperienza professionale in ambito nazionale ed internazionale. Dopo essersi laureato in Architettura presso il Politecnico di Torino, ha avviato la sua attività professionale in Italia.

Negli anni successivi, ha lavorato sia in Italia che all’estero, in particolare in Cina , dove ha maturato importanti esperienze nell’ambito del design e della progettazione architettonica.

Nel 1999 ha fondato il primo centro di realtà virtuale in Italia

Oltre alla sua attività professionale, Piero Luigi Carcerano si è impegnato anche nell’insegnamento dell’architettura e del design presso diverse università e scuole di formazione in Italia e all’estero. Ha inoltre partecipato a numerosi seminari e convegni internazionali, dimostrando il suo impegno nella diffusione della cultura dell’architettura e del design.

Con l’arrivo in redazione dell’arch. Piero Luigi Carcerano si apre questo mese una nuova rubrica dedicata alla “Architettura e Design”.

Il design e l’architettura tra obiettivi e strumenti, tra tecnologia e trasformazione.

Il design e l’architettura rappresentano una forma di espressione creativa che riflette il nostro modo di vivere e di interagire con il mondo che ci circonda. 

In questo percorso editoriale affronteremo il tema del design e dell’architettura introducendo anche il tema della  progettazione, intesa come attività di prefigurazione e programmazione del nostro futuro, che è un processo che coinvolge molteplici discipline e persone. Non si riferisce solo alla pratica professionale degli ingegneri e degli architetti, ma riguarda anche coloro che, in diversi contesti, si trovano a dover immaginare e pianificare il futuro.

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