Oggi è un giorno di grande significato per la vivace città di Torino, un giorno in cui l’arte e la cultura convergono in un evento di straordinaria rilevanza. In un contesto già noto per la sua ricca eredità artistica e culturale, questa mostra dedicata a Joan Miró i Ferrà rappresenta un’autentica pietra miliare. Con orgoglio, Torino arricchisce ulteriormente il suo patrimonio artistico, offrendo al pubblico una straordinaria opportunità di esplorare l’arte di uno dei più grandi maestri del XX secolo.
Il Mastio della Cittadella di Torino si trasforma in un palcoscenico suggestivo e affascinante, pronto ad accogliere la straordinaria esposizione di Joan Miró. La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva e impreziosita dalla collaborazione di Maithè Vallè-Bled e Vincenzo Sanfo, abbraccia un ampio arco temporale, dall’anno 1930 al 1981. Tuttavia, essa dedica una particolare attenzione agli ultimi due anni di attività creativa di Miró, che precedettero la sua scomparsa nel 1983. In questo contesto, Torino si presenta come il palcoscenico ideale per esplorare l’evoluzione artistica di Joan Miró, un viaggio affascinante attraverso la sua straordinaria carriera.
L’esposizione offre al pubblico la possibilità di esplorare l’evoluzione artistica di Miró attraverso una varietà di tecniche, dalla pittura all’incisione, dall’acquaforte alla ceramica. Questa esposizione completa è un’opportunità unica per vedere la diversità delle sue opere e per comprendere l’ampio ventaglio di stili e influenze che hanno caratterizzato la sua carriera.
Uno degli aspetti più interessanti di questa mostra è la possibilità di ammirare i lavori degli anni ’80, compresi i costumi e le scene realizzati per l’opera “L’uccello Luce” di Silvano Bussotti, presentati in anteprima mondiale alla Biennale di Venezia e al Teatro La Fenice. Questo dimostra come Miró sia rimasto un artista innovativo e sperimentatore fino alla fine della sua vita.
Questa esposizione a Torino celebra l’arte di Miró a quarant’anni dalla sua morte, offrendo un’occasione unica per scoprire o riscoprire la sua genialità. Dopo oltre due decenni dall’ultima mostra dedicata a lui, questa mostra rappresenta un omaggio alla sua influenza duratura sull’arte contemporanea. Non solo gli appassionati d’arte, ma anche coloro che sono nuovi alla sua opera avranno l’opportunità di immergersi nell’universo artistico di Joan Miró e di apprezzare la sua straordinaria creatività.
Intervista a Vincenzo Sanfo
Vincenzo, ci puoi raccontare cosa rende unica questa mostra di Joan Miró a Torino?
Certamente. Quello che rende davvero unica questa mostra di Joan Miró a Torino è la sua estrema completezza e la possibilità di esplorare l’intera evoluzione artistica di Miró. L’esposizione, ospitata nel suggestivo Mastio della Cittadella, offre al pubblico un’occasione straordinaria per immergersi nell’universo creativo di questo artista catalano.
Puoi dirci quali tecniche artistiche sono presenti in mostra?
Questa mostra è antologica perché ci consente di esplorare la vasta gamma di tecniche artistiche utilizzate da Miró. Troverete opere che vanno dalla pittura all’incisione, dall’acquaforte alla ceramica. La varietà di tecniche esposte è impressionante e offre una visione completa del percorso artistico di Miró.
Qual è l’aspetto più affascinante delle opere di Miró esposte?
L’aspetto più affascinante delle opere di Miró è la loro diversità e originalità. Ogni opera racconta una storia unica, un viaggio attraverso l’immaginazione di Miró. Si può vedere come ha affrontato diversi stili e influenze nel corso della sua carriera, dalla sua fase surrealista alle sperimentazioni più avanguardistiche. La mostra ci offre l’opportunità di comprendere appieno l’ampio ventaglio di stili e influenze che hanno caratterizzato il suo percorso artistico.
Cosa pensi possa sorprendere di più il pubblico di questa esposizione?
Penso che il pubblico rimarrà colpito dalla versatilità di Miró e dalla sua capacità di reinventarsi costantemente. La mostra pone l’accento su come Mirò abbia affrontato diverse fasi della sua carriera, dimostrando una creatività senza limiti. Ci sono opere che rappresentano la sua profonda connessione con la Catalogna e altre che svelano la sua sperimentazione con nuove tecniche e materiali. In definitiva, la mostra offre una visione completa di un artista straordinario.
Qual è il capolavoro che non possiamo perdere in questa esposizione?
È difficile selezionare un solo capolavoro, dato che ogni opera di Miró ha il suo fascino unico. Tuttavia, consiglio vivamente di dedicare del tempo a esplorare la serie delle “Costellazioni”, in cui l’artista dialoga con i corpi celesti in un modo affascinante. Inoltre, non perdetevi i suoi lavori degli anni ’30 fino ai lavori realizzati poco prima della sua morte nel 1983. Si tratta di un percorso che rivela l’eccezionale evoluzione artistica di Joan Miró nel corso degli anni.
Joan Mirò: Il Maestro Catalano dell’Arte Astratta
Joan Miró i Ferrà, nato il 20 aprile 1893 a Barcellona, in Catalogna, è stato uno dei più influenti e innovativi artisti del XX secolo. La sua carriera artistica è stata caratterizzata da una continua sperimentazione, una ricerca continua di un linguaggio universale, e un profondo attaccamento alla sua terra d’origine.
Joan Miró è cresciuto in una famiglia dove l’arte era incoraggiata fin da giovane. Suo padre era un orologiaio e orefice, e fin dall’infanzia, Joan ha mostrato un interesse per il disegno. Dopo un breve periodo come impiegato, Miró si è iscritto all’Accademia privata di Francisco Galí a Barcellona, dove ha iniziato a sviluppare la sua percezione intuitiva delle forme e una sensibilità straordinaria.
Successivamente, si è unito alla Libera Accademia di Disegno del Cercle Artístic de Sant Lluc, dove ha avuto l’opportunità di esporre le sue idee artistiche e di incontrare altri giovani artisti.
Nel 1919, Joan Miró si trasferì a Parigi, un luogo che sarebbe diventato fondamentale per la sua crescita artistica. Qui, ha avuto l’opportunità di entrare in contatto con importanti artisti dell’epoca, tra cui il celebre Pablo Picasso, e di studiare le opere antiche esposte al Louvre.
Negli anni ’20, Miró ha abbracciato il movimento surrealista, diventando parte di un gruppo di artisti che hanno rivoluzionato il mondo dell’arte. Ha adottato principi come l’automatismo psichico, che gli ha permesso di esprimere i suoi pensieri e le sue visioni artistiche senza l’influenza della razionalità. Questo periodo ha visto la creazione di opere colorate e fantastiche, tra cui “Il Carnevale di Arlecchino” (1924), che riflette il suo mondo onirico.
Una delle caratteristiche distintive dell’arte di Miró è stata la sua costante ricerca di un linguaggio artistico universalmente comprensibile. Ha introdotto elementi come le costellazioni, le scale, le figure stilizzate e le note musicali nelle sue opere, creando un mondo artistico unico e immediatamente riconoscibile.
La Guerra Civile Spagnola e l’ascesa del regime di Francisco Franco hanno avuto un profondo impatto sulla vita e sull’arte di Miró. Questo periodo ha visto un’evoluzione nelle sue opere, con una maggiore espressione di disperazione e toni più cupi. Tuttavia, la turbolenza di quegli anni ha spinto Miró verso una maggiore sperimentazione artistica.
A partire dal 1944, Miró ha esplorato la scultura, utilizzando materiali come il bronzo e oggetti di scarto. In seguito, si è dedicato alla ceramica, producendo sculture monumentali e creando i famosi murales in ceramica per l’Unesco a Parigi.

Negli ultimi anni della sua vita, Joan Miró ha continuato a sperimentare con diverse tecniche artistiche, dalla pittura all’incisione. Ha ricevuto riconoscimenti internazionali, tra cui una laurea honoris causa dall’Harvard University.
Joan Miró è considerato uno dei più grandi artisti del Novecento. La sua opera ha influenzato generazioni di artisti, e il suo stile distintivo e la ricerca di un linguaggio universale lo rendono una figura iconica nell’arte contemporanea. La sua influenza è stata profonda e continua ad ispirare artisti in tutto il mondo.
Joan Miró i Ferrà è deceduto il 25 dicembre 1983 a Palma di Maiorca, ma il suo lascito artistico continua a vivere e a ispirare il pubblico in tutto il mondo. La sua straordinaria carriera e il suo spirito visionario lo rendono un’icona senza tempo nel mondo dell’arte.