Come progettare una cucina ergonomica

C’è chi preferisce una cucina completamente a vista, in linea con le tendenze del momento, chi la vuole un po’ meno “esposta”, chi desidera una penisola per dare movimento all’ambiente o definire gli spazi, chi sogna un’isola per creare un effetto più scenografico ed originale e chi deve fare i conti con metrature ridotte, cercando di organizzare la disposizione nel modo più funzionale possibile, sfruttando al meglio ogni centimetro.

In ogni caso, è fondamentale ed imprescindibile nella sua progettazione l’ergonomia ovvero la “scienza che studia gli strumenti e gli ambienti di lavoro in rapporto alle persone che li utilizzano”. La cucina è a tutti gli effetti un ambiente di lavoro e come tale non dev’essere solo bella, ma anche progettata in modo da garantire a chi la utilizza, di poter svolgere comodamente ed in totale sicurezza ogni operazione. Infatti, lavorare davanti ad un piano che obbliga ad assumere posizioni scorrette potrebbe provocare, a lungo andare, conseguenze più o meno gravi per la salute fisica.

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Di seguito alcune regole basilari per ottimizzare la disposizione, rispettare le giuste distanze ed organizzare percorsi efficienti che permettano di muoversi agevolmente. 

  1. Organizzazione degli spazi

Gli studi sull’efficienza hanno individuato tre zone principali di lavoro: lavello, frigorifero e piano cottura, la cui disposizione ottimale, quando possibile, sfrutta la geometria per creare il cosiddetto “triangolo operativo”, posizionando i mobili su due o tre pareti contigue. La distanza complessiva tra questi tre punti, sommando i lati del triangolo, dovrebbe essere di massimo 6 m, così da evitare spostamenti lunghi e disagevoli, intervallando le aree con piani di lavoro che misurino dai 60 ai 90 cm, quando lo spazio lo consente. Ideale sarebbe posizionare il lavello ed il frigorifero sulla stessa parete, collocando la cucina sull’altra, riservando alla zona cottura uno spazio di almeno 80 cm di larghezza.

Foto Valcucine: https://www.valcucine.com/progettazione/ergonomia/disposizione-cucina/

Se la composizione si sviluppa invece in modo lineare su di un’unica parete, tra il piano cottura e la zona lavaggio è importante prevedere uno spazio di almeno 60 cm per la preparazione dei piatti.

Se possibile, sarebbe ottimale organizzare la zona cottura e quella del lavaggio sotto una finestra, in modo da sfruttare la luce naturale che facilita il lavoro. 

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  1. Misure dei mobili

Le misure dei mobili della cucina vengono calcolate prendendo come riferimento un individuo di media statura, salvo la necessità di adattarsi a particolari esigenze.

L’altezza standard da terra delle basi è di 85 – 90 cm e comprende tre elementi: zoccolo, anta e piano lavoro. Un’altezza inferiore è prevista quando il lavello è posizionato sotto la finestra. La profondità, tradizionalmente pari a 60 cm, con uno schienale alto 54 cm, si sta evolvendo verso misure superiori che vanno da 65 a 80 cm con una distanza consigliata dei pensili dal piano, rispettivamente di 48 e 42 cm. Infatti, una maggiore profondità consente di abbassare i pensili, che risulteranno in una posizione più funzionale ed ergonomica, tale da diminuire il senso di chiusura, permettere un migliore accesso visivo al loro interno e semplificare la prensione del contenuto. Al contempo, aumenterà la visibilità del piano lavoro e lo spazio d’appoggio, rendendo più agevole lo svolgimento di ogni operazione. Profondità più ampie (80 – 90 cm) sono solitamente previste per isole e penisole. 

Ovviamente la profondità dei pensili è sempre inferiore a quella delle basi, onde evitare urti accidentali. L’altezza è invece variabile in base alle necessità ed alle caratteristiche della stanza. In cucine con soffitti bassi è preferibile sviluppare i mobili in larghezza mentre, nel caso di soffitti più alti, si potrà sfruttare l’altezza con modelli che si sviluppano in verticale. Il range di riferimento va dai 36 ai 96 cm.

Un lavello munito di due vasche e gocciolatoio misura circa 100 – 120 cm. Se

non si ha sufficiente spazio si può optare per una sola vasca o eliminare il gocciolatoio (scelta ideale se la cucina è dotata di lavastoviglie), in questo modo si risparmieranno almeno 30 – 40 cm.

  1. Dove posizionare gli elettrodomestici

La lavastoviglie andrebbe posizionata preferibilmente in prossimità del lavello (solitamente a destra, altrimenti a sinistra nel caso si fosse mancini), sotto il gocciolatoio, per favorire le operazioni di carico e scarico. 

Il forno solitamente si trova sotto i fuochi, ma se la predisposizione e lo spazio lo consentono, il forno e/o il forno a microonde si possono incassare in una colonna o su una semi colonna, in prossimità del piano cottura, affinché siano accessibili più agevolmente, senza bisogno di piegarsi per le operazioni di cottura o pulizia. 

Il frigorifero va collocato all’estremità della composizione della cucina, lontano dalla zona di cottura per evitare surriscaldamenti e possibilmente vicino alla porta ed alla dispensa, per poter disporre la spesa più velocemente, facendo attenzione al verso di apertura delle ante, che potrebbero diventare un ingombro non considerato.

È opportuno predisporre una zona dedicata ad altri elettrodomestici oltre a quelli classici, con prese di corrente nelle immediate vicinanze, affinché siano sempre a portata di mano e pronti all’uso.

  1. Distanze 

È indispensabile considerare le distanze utili tra il piano di lavoro e gli altri arredi per evitare di intralciare le attività svolte in questo spazio quali: passaggio, apertura ante, cassetti, carico e scarico lavastoviglie…

Per consentire ciò, il tavolo da pranzo va posizionato a circa 100 – 120 cm dalla cucina, che diventano 135 cm qualora la base abbia una profondità superiore a 60 cm. 120 cm è anche la distanza minima da calcolare tra il tavolo e la parete o altri arredi, per permettere la libera circolazione con andatura frontale, dietro una persona seduta. Di fronte alla lavastoviglie va considerato uno spazio di almeno un metro o 160 cm qualora si volesse consentire il passaggio di un’altra persona mentre la lavastoviglie è aperta.

Se la cucina prevede un’isola, questa ha bisogno di uno spazio circostante di almeno 90 – 120 cm per permettere il movimento delle persone e l’apertura di ante e cassetti, ai quali va aggiunta la profondità di altri elementi eventualmente presenti.

  1. Comodità degli elementi

L’ergonomia e la conseguente funzionalità di una cucina è legata anche alla comodità degli elementi che semplificano il lavoro. 

Le ante dei pensili con apertura tradizionale, quando rimangono aperte, possono causare contusioni alla testa durante gli spostamenti, per questo è preferibile optare per ante basculanti, che possono rimanere aperte nel corso di tutte le fasi del lavoro, senza essere fonte di pericolo. 

Lo scolapiatti posto ad un’altezza tradizionale costringe ad un movimento innaturale e faticoso per riporre i piatti appena lavati, comporta l’inevitabile quanto fastidioso gocciolamento lungo il braccio ed è molto scomodo da pulire. Una base profonda 80 cm permette di inserire un canale dietro al lavello all’interno del quale inserire lo scolapiatti. 

La cappa aspirante, se troppo vicina al piano cottura impedisce di chinarsi risultando scomoda, al contrario, se troppo lontana, non permette la corretta aspirazione dei fumi. La distanza standard dai fuochi dovrebbe essere di 65 cm nel caso di fornelli a gas e 75 cm nel caso di un piano cottura elettrico. In alternativa si può optare per modelli inclinati o a soffitto o scegliere un piano cottura con sistema di aspirazione integrato. 

Infine, risulta essere molto comodo ed utile inserire all’interno dei moduli elementi estraibili quali carrelli, cassetti e cestoni, indispensabili per ottimizzare lo spazio negli angoli e facilitare la prensione di oggetti conservati in fondo.

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Laureata in Giurisprudenza presso l’Università del Salento di Lecce, ha completato la pratica forense lavorando, nel frattempo, come Team Leader in una società di Contact Center e scrivendo come freelance per vari quotidiani locali. Ha affinato le sue doti comunicative frequentando un corso di Programmazione Neuro Linguistica tenuto da Logotel – Milano. L’animo creativo e le innate doti manuali l’hanno portata a dedicarsi ad allestimenti e composizioni per feste ed avvenimenti. Lo spiccato gusto estetico, la passione per la moda, l’arredamento e la bellezza in ogni sua forma ed espressione, l’hanno avvicinata al mondo del design, fino a decidere di specializzarsi presso l’Accademia Telematica Europea come Interior Designer. In tale occasione ha avuto la possibilità di riscoprire l’amore per la scrittura, frequentando il corso di Giornalismo dell’Architettura e dell’Interior Design e collaborando come redattrice per la rivista Interiorissimi.

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