L’evoluzione della cultura umana nel corso dei secoli ha visto la continua interazione tra l’artificiale e il reale-naturale, riflettendo il pensiero simbolico, gli obiettivi e le speranze dell’uomo. Sia la sperimentazione scientifica che l’espressione artistica sono manifestazioni di questa creatività umana, offrendo modelli e rappresentazioni che coinvolgono la simulazione e che hanno plasmato due mondi interconnessi all’interno della sfera cognitiva: il mondo naturale, come fenomeno reale da esplorare, e l’artificiale, come riformulazione culturale continua di quella stessa realtà.
Nel panorama culturale umano, i segni indicali, come uno dei modi in cui gli esseri umani esteriorizzano modelli mentali e danno forma sensibile e condivisibile all’immaginario, l’oralità, le immagini visive e acustiche, la scrittura, la stampa e ogni forma di rappresentazione, inclusa la realtà virtuale, sono analoghi: sono sistemi simbolici, fisici e tecniche che hanno esternalizzato modelli mentali, dando forma tangibile e socialmente condivisibile all’immaginario e allontanando, allo stesso tempo, la presenza fisica e materiale del reale fenomenico dall’individuo (superando la necessità di contemporaneità spazio-temporale), occupando lo “spazio d’interazione tra questi e il mondo”.

Ogni essere vivente possiede, produce e utilizza modelli di sé e del proprio ambiente di vita, che dipendono dalla sua specificità biologica e dalla sua fenomenologia esistenziale. Ciò che rende la specie umana particolare è la capacità, probabilmente sviluppata con l’utilizzo dei primi segni indicali, di estroflettere e dare forma fisica a questi modelli, codificandoli in una forma simbolica facilmente condivisibile ed estendibile nello spazio e nel tempo. Da oltre tre milioni di anni, la nostra specie sta trasferendo, grazie alle sue capacità simboliche, le modalità biologiche di trasmissione, con cui ogni altra specie sfida il suo ambiente e si evolve, alla dimensione culturale, aprendo lentamente un nuovo “spazio” esplorabile e altamente interattivo.
In questa “nuova dimensione”, le capacità di modellizzazione e progettualità umana hanno trovato un ambiente diverso, meno ostile e rigido rispetto alla sua controparte reale, in cui modelli cognitivi e protesi d’intervento sempre più efficaci, come la telepresenza e la telerobotica, si sono evoluti al sicuro dal contatto-contagio con la realtà.
L‘artificiale, che non è più in opposizione al reale-naturale ma in stretta connessione e coevoluzione con esso, si manifesta come il segno, il risultato, la traccia dell’interazione tra l’uomo e il mondo fenomenico circostante. Inoltre, la “artificializzazione antropocentrica” dell’esistente, nel contesto occidentale, non è un processo a senso unico. Nel corso del tempo, l’artificiale tende a ricadere “nel grado zero della Natura“, a essere considerato normale, come un processo di “naturalizzazione del culturale“, come ha descritto Roland Barthes. Un esempio evidente di ciò è la nostra pratica quotidiana di indossare un orologio, connetterci a internet, indossare occhiali o giocare a videogiochi. Queste azioni sono diventate parte integrante della nostra vita e vengono considerate come normali e naturali, nonostante siano risultato di sviluppi culturali e tecnologici complessi.
In questo contesto, il design dei musei rappresenta un interessante punto di incontro tra l’artificiale e il reale-naturale. I musei sono spazi in cui l’arte, la scienza, la storia e la cultura si fondono per creare esperienze significative per il pubblico. Il processo di progettazione di un museo richiede una valutazione approfondita delle diverse tecnologie coinvolte e delle modalità di presentazione delle opere d’arte o degli oggetti esposti.

La tecnologia svolge un ruolo fondamentale nel rendere le esposizioni museali coinvolgenti e interattive. Ad esempio, la realtà aumentata e la realtà virtuale consentono ai visitatori di immergersi in ambienti virtuali, di interagire con oggetti digitali e di esplorare contesti storici o artistici in modo innovativo. Queste tecnologie offrono nuove prospettive e approcci all’esperienza museale, consentendo ai visitatori di vivere emozioni e sensazioni uniche.
Tuttavia, è importante che l’utilizzo della tecnologia nei musei non sia fine a se stesso. Deve essere integrato in modo armonioso con la visione del percorso artistico della mostra e l’obiettivo comunicativo dell’esposizione. La tecnologia dovrebbe servire come strumento per amplificare il messaggio e la narrazione delle opere esposte, arricchendo l’esperienza del visitatore senza distogliere l’attenzione dal contenuto stesso.
Un esempio di un approccio bilanciato all’utilizzo della tecnologia nel contesto museale è rappresentato dal Museo Guggenheim di Bilbao. Questo museo d’arte contemporanea è rinomato per la sua architettura iconica, ma anche per le installazioni multimediali e interattive che arricchiscono le esposizioni. Le tecnologie utilizzate, come proiezioni luminose, display touch e installazioni audiovisive, si integrano perfettamente con le opere d’arte esposte, creando un’esperienza coinvolgente e immersiva per i visitatori.

L’utilizzo della tecnologia nel processo di progettazione di un museo può aprire nuove prospettive creative e offrire esperienze uniche per il pubblico. Tuttavia, è fondamentale adottare un approccio bilanciato che tenga conto delle esigenze del pubblico, dell’intento della mostra e del valore estetico delle opere d’arte. Solo integrando la tecnologia con una valutazione completa e consapevole delle diverse istanze coinvolte nel processo di progettazione, sarà possibile creare musei che siano autentici luoghi di scoperta, conoscenza ed emozione per i visitatori. Il progetto di un museo richiede quindi un’attenta riflessione sul modo in cui la tecnologia può migliorare l’esperienza del pubblico senza compromettere l’integrità artistica e culturale delle opere esposte.

Oltre all’utilizzo della tecnologia, un aspetto cruciale nella progettazione di un museo è la sua capacità di creare un ambiente stimolante e significativo. La disposizione delle opere, l’illuminazione, l’acustica e gli spazi di interazione sono tutti elementi che contribuiscono a creare un’esperienza coinvolgente per i visitatori. Un museo ben progettato deve essere in grado di guidare il visitatore attraverso un percorso che descrive l’organizzazione e la disposizione delle opere d’arte o degli oggetti esposti in un ordine specifico. Deve essere strutturato, per facilitare la comprensione e l’apprezzamento delle opere esposte.
Un museo non è solo un luogo in cui le opere vengono esposte, ma anche un centro culturale e sociale che promuove l’educazione, l’inclusione e il dialogo. Gli spazi per conferenze, workshop, attività interattive e programmi educativi possono arricchire l’esperienza complessiva dei visitatori, consentendo loro di immergersi nella cultura, nell’arte e nella storia in modi diversi e coinvolgenti. Il design sostenibile e l’utilizzo di tecnologie a basso impatto ambientale possono contribuire a ridurre l’impronta ecologica del museo, garantendo allo stesso tempo una fruizione responsabile del patrimonio culturale.

Il progetto di un museo è un processo complesso che richiede un equilibrio tra l’artificiale e il reale-naturale, tra l’utilizzo della tecnologia e il rispetto per l’autenticità artistica e culturale. Un museo ben progettato non solo presenta opere d’arte e oggetti storici, ma crea un ambiente coinvolgente, educativo e stimolante per i visitatori. È un luogo in cui la storia, l’arte e la cultura si fondono per offrire esperienze significative e durature che arricchiscono la nostra comprensione del mondo e delle forme di espressione umana.
In copertina: Il museo parigino del Louvre, che ha siglato già nel 2013 un accordo con Toshiba Corporation per un intervento di riprogettazione luminosa di alcuni degli spazi più visitati del museo. Il Louvre ha deciso di sostituire l’attuale sistema di illuminazione rimpiazzandolo con dispositivi meno energivori e impattanti sull’ambiente. Compito di Toshiba quello di preservare l’atmosfera e la carica emotiva delle sale del Louvre con una luce che conservi, intatto, il fascino enigmatico e senza tempo dei capolavori dell’arte.
ll Tempo Riflesso nello Spazio Architettonico: un’esperienza sensoriale in continua evoluzione